I giochi tradizionali che si facevano con poco e alle volte con nulla erano divertenti e collaudati da generazioni e generazioni di bambini e adolescenti. Molti di questi giochi, sopravvissuti per centinaia di generazioni, sono ormai scomparsi.
Riviviamoli con pinocchio......
Il paese dei balocchi secondo Collodi: Questo paese non somiglia a nessun altro paese del mondo. La sua popolazione era tutta composta di ragazzi. I più vecchi avevano 14 anni: i più giovani ne avevano 8 appena. Nelle strade, un’allegria, un chiasso, uno strillo da levar di cervello. Branchi di monelli da per tutto: chi giocava alle noci, chi alle piastrelle, chi alla palla, chi andava in velocipede, chi sopra un cavallino di legno: questi facevano a mosca cieca, quegli altri si rincorrevano: altri, vestiti da pagliacci, mangiavano la stoppa accesa: chi recitava, chi cantava, chi faceva i salti mortali, chi si divertiva a camminare con le mani in terra e colle gambe in aria: chi mandava il cerchio, chi passeggiava vestito da generale…
Il gioco dei ragazzi di una volta consistente nel far saltare in aria un corto bastoncino (detto anch’esso lippa o lippo) battendolo con un legno a una delle estremità appuntite e nel percuoterlo poi a volo, per mandarlo il più lontano possibile. E’ noto regionalmente con altri nomi: el pendolo (Trieste), la rella (Milano), a ciri mela (Piemonte), a chiba e cheba (Venezia), arè busè (Firenze), nizza o trillò (Roma), mazza e’o piuzo(Napoli).Gli attrezzi necessari per eseguire questo gioco venivano ricavati di solito da un manico di scopa come risulta dalla poesia di Giorgio Roberti in romanesco:
La nizza
Nonna stucia e stornella, e se specchia…
Stamattina se vede troppo gobba e troppo vecchia
Poi fa mente locale
e m’ammolla ‘na pizza. L’ha capita:
J’ho accorciata la scopa pe’ fa a nizza!
Il gioco della lippa ha origini antiche e si trova spesso rappresentato in pitture etrusche e romane.