Antichi mestieri scomparsi

 

I paesi, i piccoli centri, le città conservano un grande patrimonio storico, ma le antiche strade e le piazze non sono più affollate da artigiani, Nei Pinocchi di Franco Viola, che illustrano i mestieri scomparsi, rivive tutta una tradizione mediterranea, piena di vita, di sapori e di suoni. Vecchi mestieri, il cui ricordo suscita la nostalgia, il profondo rimpianto di un’epoca più dura, più calma e più genuina.

Era il bel tempo in cui in ogni piazza, c’era la bottega del calzolaio, del sarto, del fabbro…le stradine, i vicoli formavano un paesaggio sonoro fatto di canti delle massaie, della cadenza dei telai a mano, del martellare ritmico del fabbro, del grido degli spazzacamini, dello strillone, del venditore ambulante…

 

Pinocchio e l'aratro

pinocchio usa l'aratro tirato dal ciuco

Nella mostra si trova uno degli aratri in legno più versatili e più antichi. Questo aratro era indispensabile in tutte le operazioni di rimozione del terreno, come l’aratura di settembre, la copertura del seme, la sistemazione idraulica del seminato, l’aratura delle vigne o di piccoli fazzoletti di terra. Un particolare curioso dell’aratro della mostra consiste nel fatto che l’asino è stato realizzato dal Geppetto di Orvieto, Giuseppe Mascherini, e rappresenta Pinocchio asino. Come Franco Viola, nonno Giuseppe Mascherini è uno scultore autodidatta. Dopo una vita di boscaiolo, trascorre la sua terza età  scolpendo Pinocchio ed altri personaggi di Collodi.

 

Il bottaio

pinocchio costruisce una botte

Il mestiere di bottaio è molto antico: Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, riferisce di vasi di legno, in cui veniva posto il vino.

La lavorazione delle botti è complessa e richiede una grande abilità nell’unire le doghe di legno e nel cerchiarle.

Franco Viola con il suo Pinocchio descrive con successo questa fase tanto difficile della lavorazione della botte.

 

 

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